RECENSIONI

 

Di me lascio che fiorisca pensiero

nell'altrui sguardo a rimirare

ciò che di buono traspare

fra un sussurro di sereno

ed un colorato decantare.

© Simona Bellone 22/12/2017

Si prega che qualsivoglia citazione poetica riporti in calce nome e cognome dell'autrice. Grazie

©Tutti i diritti d'autore riservati e tutelati Patamu

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

       

 

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RECENSIONI

 

Rassegna Stampa

 

Intervista - Corriere Nazionale Liguria

 

11 settembre 2022

🤗Quest’anno festeggio 45 anni d’arte e questo articolo è un bel regalo sorpresa.🙏 Intervista a #SimonaBellone presidente di #caARTEiv - Millesimo (SV) - 11/9/22 - di Antonio Rossello (scrittore ed ufficiale dei carabinieri) Albisola superiore (SV) - Corriere Nazionale net - Liguria🎤https://www.corrierenazionale.net/intervista-a-simona-bellone-presidente-di-caarteiv-millesimo-sv

 

 

 

 Eclettico fulcro d’arte dal 1978

 sperimenta idee ed emozioni in continuo movimento

 cromatico e poliedrico,

plasmando storia valbormidese

 in moderna angolazione d’artista,

perché il percorso sia unico

 e la tradizione religiosa non vada perduta.

 Poesia, racconto, pittura, fotografia,

 ceramica, scultura, storia, canto, ...

 sono per lei orizzonti meravigliosi

che la appassionano

 fin da bambina, in continua esplorazione,

 progettazione e creazione di libri ed arte a 360°. 

 ©Simona Bellone - 2017

 

***

 

Dedica poetica del poeta errante Mario Calcagno

A Simona

 Segni chirografici

 sparsi tra tele e ceneri,

 miraggi più fruibili

 d’albori quando sanguinano:

 la stessa sensazione

 come su un’altalena,

 mentre volteggi agile

 su chi

 ti vede vivere…

 

***

 

 Mario Calcagno

 Il Poeta errante - Cairo Montenotte

Savona 30/06/2002

 

***

 

Dedica poetica della poetessa

Maria Luigia Pirovano Prato di Spotorno (SV)

 

Come uscita da una tela di Botticelli

accomuna alle morbide curve

la dolcezza del sorriso.

Fluente la chioma le incornicia il volto

esprime la tenerezza del suo cuore

quando sul labbro le sboccia una poesia

ed un connubio di fermezza e d'amore

scaturisce da tutto il suo essere

come generoso dono di una ricchezza interiore.

 

Maria Luigia Pirovano Prato di Spotorno (SV)

 

***

 

Critiche letterarie ed artistiche pubblicate su

"Poesie di un ventennio" 2003

 EBOOK  POESIE   DI   UN   VENTENNIO

Critiche artistiche - 2002 - Hanno scritto di lei:

***

Per comprendere appieno il mondo poetico di Simona Bellone, bisogna evocare certe atmosfere che la Valbormida offre lungo il corso del fiume Bormida, che scende dall’improvviso innalzarsi della cresta montuosa alle spalle del Finalese; discende a valle con fitte boscaglie e larghe lande di vegetazione ancora intatta.

I ricordi storici si affollano, ogni punto della Valle è segnato da eventi che trascorrono dalla notte dei tempi fino all’epopea napoleonica, per evidenziare il passato più remoto. La eco di questi eventi lascia spesso traccia nelle liriche della Bellone, come nell’iterato verso “Castelli e regge di mortal gesta” in ”Alla distruzione” e pure, in “Abbazia antica”, scritta per il restauro di quella dei Fornelli*. Leggende, miti antichi, epopee si mescolano nel quotidiano e all’esistenza, che sempre muta e sempre resta attuale nel tramandarsi delle generazioni. Soprattutto in Valbormida, dove l’animo rimane non contaminato dalle frenesie del progresso e l’occhio si può posare di frequente su vestigia di castelli, si possono creare storie, favole, miti e leggende nuovi: quelli intessuti dalla Bellone rimangono sospesi tra il reale e l’irreale, mentre i sentimenti “estremi” quali l’amore, il dolore dell’abbandono, soprattutto quello causato dalla morte, la piena consapevolezza del venir meno dell’energia vitale, sono vissuti con consapevolezza ed accettazione dal Poeta nella crudezza della loro realtà, che troviamo in alcune liriche:

“Cosa resterà” e “Destini”, in cui la vita si identifica come un “tumulto di foglie accartocciate”, e, di seguito, l’eterno rimpianto della fanciullezza lontana, in “È tardi”, come nel verso “…voglie e sembianze fiabesche…” che non torneranno più, in “Focolare Natale” e nella chiusa di “Figlio”.

Qui, le figure del padre e del figlio rappresentano il Tempo, quello “fra un banale inizio ed un’inevitabile fine”, come sottolinea il Poeta e, palesemente, nell’accettazione della condizione umana, canta “ l’afflosciarsi” di un “piccolo ramoscello”, proprio nel momento del venir meno del giorno, “all’avvento della sera”.

La dantesca “ora che volge al desio” si addice alla personalità del Poeta, che trae spesso ispirazione da questo momento particolare del giorno.

A questo dedica uno dei suoi “miti”: la sera diventa un pausa di raccoglimento, l’inizio del declino dell’esistenza come canta l’intera lirica “il colore dell’uomo”, così confessa in “il sole caldo della mia sera” e la avverte come un “Abbraccio fraterno”, mentre nel paragonarla alla vecchiaia, in “Lacrime della senilità”, parla di “avvento della sera”; ritorna su questa ora speciale del giorno in “Le luci fioche della sera” e, qui, diventa simbolo di speranze, che stentano a spegnersi.

“Abbandono”, “Abrasioni”, “Addio”, “Cielo dipinto”, “Come una farfalla”, “Destini” e “Futuro”: in queste liriche l’aspetto spirituale trova spesso una concretizzazione nella fisicità delle cose.

Così in “Futuro”, il tempo screpola il cuore dell’uomo allo stesso modo di una roccia, mentre il Poeta stesso vorrebbe tramutarsi in farfalla in “Come una farfalla” e in “Cielo dipinto” può stringergli una mano, e, infine, fuoco e pioggia possono entrare nell’animo e ravvivarlo o a congelarlo, in “Sovrapposte immagini”, le immagini passano di continuo dal fenomenico al simbolo, dal tangibile e concreto del Vero all’immagine poetica.

Il sentimento della tragicità dell’esistenza coesiste con il superamento del negativo e del dolore nelle storie, nelle favole fuori dal tempo come in “Ritratto” e “La fiaba infinita”, mentre si stemperano le emozioni nell’immergersi dello sguardo e dell’animo nel paesaggio, così il poeta si lascia avvolgere dagli elementi naturali in “Arrivederci della luna”, “Dolce marina”, appare particolarmente significativo il pensare all’Uomo come a “Il più bell’albero del creato”.

Il vento accompagna spesso il quotidiano di chi abita la Liguria e questo motiva il verso “il vento che ti abbraccia forte” e il “pronunciare parole sussurrate” ne “Il Vento”, mentre le nuvole suggeriscono al Poeta l’immagine di “Le labbra del Cielo”.

Le poliedriche capacità creative della Bellone, sia in musica che in pittura, determinano una presenza costante di elementi musicali e cromatici in ogni lirica e diventano artefici del ritmo sia nell’uso delle parole che nello sciorinarsi delle immagini nitide e incisive, e questo le permette di descrivere un originale autoritratto nella equilibrata “Deltaplano”.

Dott.ssa Gabriella De Gregori - critico letterario – Savona

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Simona Bellone, poetessa valbormidese, trasmette alle sue liriche l’ansito di un’anima che riflette tremula tutto l’arcobaleno dei sentimenti umani. La contemplazione della natura, l’amore per il suo paese, le difficili prove della vita di tutti i giorni sono gli argomenti che ispirano i versi dell’artista. A volte meste, a volte colme di pace e di contemplazione sofferta sono le descrizioni delle sue montagne, mentre in alto cieli cantano di allegrezza e di amore per la vita, vista nel suo significato più vivificante, quello del legame con l’Assoluto in una preghiera personale che si fa universale nel tacito accogliere accadimenti che appaiono incomprensibili e spesso crudeli.

In queste poesie le parole vengono evocate e poi accarezzate dalla Bellone, soprattutto nelle liriche più sofferte. La sua tenerezza verso il mondo che la circonda e la pietà per il dolore umano si sfanno nel desiderio di circondare tutto e tutti fra amorose braccia che desiderano solo lenire le colpe dell’uomo.

Riflettere, sognare e scrivere sono le azioni che conducono l’artista sulla via dell’espressione poetica scartando ogni consapevole sfogo, ogni timore per il giudizio altrui e facendo di lei la creatrice di limpidi versi scorrevoli e pregni di sentimento. I suoi sogni di donna si concretizzano in versi d’amore profondamente teneri che bruciano afferrando l’attimo fuggente d’un sentimento ben ancorato nel cuore.

L’autrice sa inoltre cogliere la bellezza nella contemplazione di vecchie abbazie e nell’apprezzamento dell’arte antica, come pure nel lavoro del contadino che zappa zolle dure e faticate. Armonie familiari si rincorrono nelle liriche, evocando fantasmi di affetti incancellabili e dolori mai sopiti per la perdita di legami profondi, in versi sgorganti da un’anima accesa d’amore per la bellezza della natura che costituisce il richiamo universale alla vita, la spinta a continuare il suo impegno ad essere poeta.

Anna Maria Faldini - Savona

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La poliedrica, infaticabile Simona BELLONE ha finalmente deciso di raccogliere in un “unicum” e dare alle stampe le sue produzioni poetiche di un ventennio.

Da anni ormai conosco l’Artista, ma non finisco mai di stupirmi per le novità delle sue creazioni; infatti, oltre che nella poesia, si diletta in quasi tutte le espressioni artistiche, oltre ad essere un’abile organizzatrice di eventi.

La vulcanica fondatrice e presidente di Associazioni Culturali a scopo benefico (prima “Riofreddo Insieme”, attualmente “caARTEiv”) compone di getto, spesso con ispirazioni estemporanee, perché ama “ciò che vola, ciò che sussurra, ciò che canta, ciò che vive…” e l’amore, si sa, è una perenne fonte di ispirazione. L’Autrice, nella sua sensibilità, tutto coglie e nulla le sfugge: un “Volo di uccelli”, il “Tempo della vendemmia”, una “Dolce marina”, un “Cielo dipinto” le suggeriscono immagini delicate e gentili, preziose immagini luminose di varia intensità ed angolazione, dai delicati riflessi “del tramonto svanente/ nell’incertezza dell’orizzonte” al misterioso bagliore de “le parvenze nebulose degli Dei”, dal guizzo de “i fuochi estivi nelle anime ansiose di ricordi” allo splendido candore delle “ nubi, cotonate di sorrisi”.

Ma la tensione lirica, la “musa danzante” spingono la nostra gentile Poetessa a cercare fonti di ispirazione anche in campi completamente diversi, ad esempio nella Storia, come si evince nelle poesie “Alla Rivoluzione” o “Alla Distruzione”, dedicate agli splendidi castelli della Valbormida, testimonianza di un grande passato, abbattuto dalla furia devastatrice delle armate napoleoniche; oppure dà un’anima alle antiche vestigie del passato come in “Abbazia antica”, composta per l’inaugurazione dei restauri dell’Abbazia di Fornelli, lambita dalle acque della Bormida; oppure ancora si sofferma sul tempo trascorso che ha ammutolito voci non più sentite, come in “Il campanile del mio paese”.

Concludendo, nei versi della dolce e originale Simona c’è la forza della normalità, la coscienza tenace della continuità, la consapevolezza che tra le “intemperie guerriere” solo la parola scritta può dipingere un metafisico percorso che invita alla speranza. 

Prof.ssa Clara Simioni – Savona

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È difficile condensare in poche righe la presentazione di un’opera (e soprattutto di una parte di vita) che racchiude molti anni di sensibilità e di impegno dedicati a varie forme di arte. L’analisi vera la farà senz’altro il lettore che potrà spaziare dalle liriche ai dipinti ed ai pensieri.

Mi permetterò solo alcune considerazioni di carattere generale. La massificazione della società nella seconda metà del Novecento (periodo a cui si deve fare ancora riferimento per parlare dei nostri giorni) ha generato nell’uomo uno spiccato individualismo. La letteratura è diventata, come ogni altra cosa (!), solo merce da vendere e molti poeti, umiliati da ciò, hanno voluto impersonare allora il ruolo di coscienze critiche e profeti inascoltati,  isolandosi dal grande pubblico che li ha, a sua volta, snobbati e disgiunti dalla realtà. Altri artisti hanno ritenuto, invece, che ogni attimo di vita sia poetabile, che tutte le cose siano percepibili in un istante di immediatezza e si aprano alla poesia.

In questo modo, non hanno abbandonato il nostro mondo quotidiano e sono rimasti uniti al senso profondo dell’esistenza umana. Il più rappresentativo di quest’ultima tendenza (detta sabiana) è, forse, Carlo Betocchi, uomo di grande fede che scelse di aderire a quanto Dio aveva voluto in un patto d’amore e di pietà con il mondo, in solidarietà con la vita e gli altri uomini.

Direi, dunque, che la poesia di Simona Bellone si avvicini, in questo senso, a quella di Carlo Betocchi. Tanti sono, infatti, i temi sociali sui quali ella vuole farci riflettere come, ad esempio, la “Donna stracciata, oltraggiata, fotocopiata, / ritratta spoglia di dignità”. E’ sempre, inoltre, presente nell’autrice l’insito desiderio di far qualcosa per gli altri: “È bastato un attimo / e un calore umano ha preso vita.” e addirittura “Abbracciare in un volo magistrale / tutta la sofferenza del mondo, / e soffiarla via in un batter d’ali. / SCCH…Felicità”.  Anche se il cammino è lungo e difficile, non manca mai la speranza (che è già poesia):  “Un domani due occhi …/ e sazi, / anche se di pane nero e insipido, / si chiuderanno per sognare l’infinito” e  “Se sapessi, Dio / quanto ci fa male esser diversi: / quante bolle di sale ha il tuo mare!/ Quanta sabbia multiforme, / quante gocce amare!” ma “Grande sarà la forza per poterci abbracciare”       Non ci pare sbagliato, dunque, citare ancora Betocchi che si accosta, privo di schemi e maschere, davanti a Dio. E’ allora che si può pregare: “Momento eterno dell’essere / -egli scrive- che ti stabilisci nell’attimo, sei tu la mia grazia, decidi”.

Ma si può vivere ed amare, che è già una preghiera, e Simona  afferma con gioia:  “Amo ciò che vola, ciò che sussurra, / ciò che canta, ciò che vive”.           Le sue liriche sono pregne di immagini ammalianti che accompagnano lontano il pensiero come “su nuvole rigonfie di libertà” e feconde di versi di sapore montaliano: “Amo il sole caldo della mia sera”, “Le luci fioche della sera”, “Il sole germoglia fra i profili calpestati / degli umani” e tanti altri.     La sua  pittura realista si allinea alla sua poetica: è, infatti, gioiosa, colorata, ambientalista e naturista, prende spunto dall’osservazione del mondo nelle sue forme senza, però, mai abbandonare l’etica dell’essere.     In questa sua versatilità per le arti (non bisogna neppure dimenticare la sua passione per la fotografia o la musica e il canto), Simona non ha pensato solo a se stessa. Cosciente del fatto che in questi ultimi anni siano cresciuti, con l’estendersi dell’istruzione, coloro che amano scrivere per esprimere le loro emozioni ed il loro sentire, ha voluto dar loro uno spazio di comunicazione. Sono nati così i Concorsi Letterari di grande successo che affiancano, al volontariato sociale ed alla beneficenza, la possibilità di essere ascoltati e letti a tanti altri poeti, serena oasi in un mondo, purtroppo, ormai solo imprenditoriale che non offre ai sentimenti (se non di scandalo e di cassetta) molte aree di visibilità.

Prof. Renata Rusca Zargar - giornalista scrittrice consulente editoriale

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La realtà della poesia  in Italia è quanto meno strana. Probabilmente se ne produce più di quanta se ne legga, il che è un "male" soltanto se letto in superficie. Difatti è grande la voglia di comunicare con la parola ritmata,nei dolci modi della ninnananna, forse e la miriade di piccolissime case editrici testimonia dell'esigenza di scrivere noi il libro di cui non si dispone, anche perché la grande editoria segue binari di resa economica,agendo con i canoni di un "gusto" stereotipato e massivo (proprio quello che l'insorgenza della poesia spesso o addirittura sempre rifiuta). Il nuovo libro (non "libellum", ma accuratissimo, gioioso di copertina e di impaginazione) di Simona Bellone [Simona BELLONE Poesie di un ventennio Oceano edizioni, 2003] è, quindi, una cocciuta scommessa nello scambio di affetti e di sentimenti per cui al poeta presto sub/entra il lettore che "rifà" il libro-pre/testo con le proprie pienezze via via rivelateglisi. "Cocciuta", né saprei trovare altro termine, perché il dire ed il fare poetico ed artistico (di cui validi segnali appaiono in prima e in terza di copertina) ha la forza giovane ed intollerante di macerie del pensiero "esperto" di una cascata d'acque o del respingersi della vita verde ad ogni marzo nei calami di cespugli ed alberi. Si vorrebbe, d'istinto, veder arginata questa linfa in percorsi sapienti, ma a che varrebbe? Subito la poesia ci appare freschezza immediata, vivacità, fede e passione nel dire comunicante, nell'offrirsi all'affetto e fermarsi sulla soglia non appare saggezza, ma esclusione, egotismo ed autoconsumazione. 

Nella poesia si precipita, al solo piacere della lettura, per sentirci dire e per volontà d'ascoltare le verità, spesso illogiche, per fortuna, dei sentimenti. Si sfoglia il libro ad apertura, non sempre di fila e ci si ritrova ad una ricchezza di emozioni che ci costringe a ricontrollare ogni volta la data di nascita, giovanilmente esposta, di Simona e il titolo da tempo sapienziale: "ventennio" per dubitare, incuriositi.

Poi, come una rivelazione, cogliamo a lampi l'essenza del dire poetico: un'intuizione di sentimento, scoperta come un nervo, senza protettivi pudori (spesso, paura, sconforto per il male, sfiducia nel dialogo, bisogno di accoglienza compresa, fede). Nel verseggiare di Simona non sono mai malizia, risparmio, furberia. La parola, la locuzione più "ingenua" sono poste così come affiorano al sentimento. Chè il sentimento è matrice unica di poesia, dal più indifeso, in Saba e in Penna, al più attorto in filosofiche fila (Montale) o in aurei orfismi (Ungaretti). Lo si può e deve "lavorare" con gli strumenti che la cultura e la ricerca-passione forniscono, ma rimane innegata materia centrale del farsi poetico. Simona lo rispetta appieno; spesso ne è come travolta, in totale pulizia di sentire.

Non preoccupata di apparire (a noi ed a se stessa "in/genua" [bello l'equivoco pseudo-etimologico latino: in ginocchio!], di usar le parole che, come quelle dei provenzali," si odono portare alla fonte", sèguita la sua onda poetica come l'esperto nocchiero quella di mare, per governarla a maggior sapienza.

Non ha senso piluccare fra i molteplici temi della vasta raccolta poetica che abbiamo sott'occhio. Un libro di poesia si "tiene", ad esso si ricorre, prima di adoperare il lusso del giudizio.

Ci sia soltanto lecito un breve elenco; pochi occhi di faro in oceano. "Che cosa fai?" A chi scava nei propri keepsakes né più vi si ritrova, la poetessa dice "..Quel dolce canto non appartiene/al passato e sarà sempre con te./Quel dolce canto è la tua anima." "Elogio alla poesia" "... Se il dono della fecondità poetica/appartiene a pochi,/anche la magia d'entrarvi/deve essere conquistata/a suon di sensibilità/e a movenze d'intelligenza." "Altissimo"   Anche di Te Altissimo enigma, anche di Te/questo piccolo uomo si è interessato./Ha in mano la terra, ma solo ora/Ti ha ringraziato.."

Consiglio il lettore di incontrarsi subito con le ben ritmane, sapienti ed amplissime sequenze de "Alle soglie del mondo", con esperti endecasillabi ad apertura di strofe ed ho così rivelato la mia chiave attuale di lettura di queste poesie: una ricerca etico-sapienziale, un'esigenza d'affetto e di pace con cui la giovane autrice apre risoluta il cancello del suo hortus conclusus ed affida il suo aquilonare messaggio ai venti buoni e favoni.

Prof. Sergio Giuliani – Savona

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“Manifesta versatile espressività in ogni settore da lei coltivato: pittura, poesia, narrativa, fotografia, ceramica.

Indubbia la validità della sua arte, che nasce da una sincera ispirazione e si alimenta di importanti valori culturali, umani e spirituali, gli stessi che costituiscono le motivazioni pregnanti del suo quotidiano adoperarsi in meritorie iniziative.

Pittura figurativa su tela o legno o ceramica… che apre il cuore a visioni serene, per lo più paesaggistiche e naturalistiche, frutto di una creatività che da forme e colori alle emozioni e ai sentimenti, in un’elaborazione che risulta sempre armoniosa, qualunque sia la tecnica o il supporto.”        

Salvatore Perdicaro - Editrice L’Elite – Varese

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Il linguaggio pittorico di Simona Bellone è intensamente espressivo, supportato da un fascinoso dosaggio di luci ed ombre. E’ una figurazione che denota una acuta sensibilità, tale da accogliere gli aspett più intimi, armoniosi e suggestivi della quotidianità in tutte le sue molteplici manifestazioni.

Naturalmente ciò è anche frutto di una appropriata ricerca cromatica e di una  personale interpretazione estetica. Ne consegue che le opere di simoan Bellone suscitano vari stati d’animo e sollecitano la fantasia.

Gino Trabini - Casa Editrice Alba - Ferrara

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La pittura, nel tempo, ha percorso tante strade (dal Romanticismo alla Transavanguardia) ma ha sempre conservato la grazia e il gusto significativo sia che trattasi di imponenti scenografie (alal Tiziano) che di installazioni post-moderne (alla Kounellis). Al centro di tutto, il piacere della visione o della meraviglia. Ma anche l’invito alla riflessione e alla contemplazione. Vasto, quindi, il mondo delle arti figurative e imponente la folla dei pittori. A ciascuno, però, il merito di una espressione autonoma o l’adesione particolare a una corrente o a un movimento artistico e ce ne sono stati tanti e continuamente rinnovati. In tale contesto si affrontano i temi della natura morta, i fiori, gli aspetti informali. Insomma il rapporto fra l’artista e la creatività.  Ed ecco che Simona Bellone, che accentra il suo interesse tecnico sulla figura, delineandone accuratamente gli sfondi con la delicatezza dei colori: figure romantiche anche quando rappresenta il delizioso felino che è il gatto, il quale ebbe come padrino poetico nientemeno che Baudlaire e come mallevadore pittorico il celebre Balthus.

E anche il gatto della Bellone, che guarda con due occhi umani, ci entusiasma e ci piace. Ma  solo un esempio in quanto la tecnica pittorica della Bellone è fatta di tratti aggraziati, come il merlettare un prezioso panno, e offrire la finezza del disegno, impostato per l’oggetto rappresentato. Un’impostazione, spesso onirica, con accenti che invitano a sostare e a guardare.

Dott. Antonio Caggiano - Casa Editrice Alba - Ferrara

 

 

1°- RIOFREDDO, una PICCOLA INGHILTERRA nel CUORE dell'Alta Val BORMIDA 1998   storia dal '700 foto documenti religione mestieri tradizioni

      emigrazione guerre vocabolario dialetto (libro cartaceo c/o caARTEiv)  

 EBOOK  RIOFREDDO   UNA   PICCOLA   INGHILTERRA

 NEL   CUORE   DELL'ALTA   VAL   BORMIDA

2°- POESIE di un VENTENNIO 1982-2002 2003 poesie racconti 

      (libro cartaceo caARTEiv) 

 EBOOK  POESIE   DI   UN   VENTENNIO

 

3°- RIOFREDDO di MURIALDO

       2004 pitture foto poesie dialetto (37 cartoline c/o caARTEiv)

 EBOOK  RIOFREDDO   DI   MURIALDO

 

4°- VELIERI e POESIE del MARINAIO 2008-2010 quadri Severino Gagliardo

      poesie Simona Bellone (57 cartoline c/o caARTEiv) 

 EBOOK  VELIERI   E   POESIE   DEL   MARINAIO

 

5°- GENEALOGIA BELLONE 2009 storia mondiale Bellone 2000 anni foto

       documenti storici dal 137 a.C. toponomastica casati nobiliari diramazione

       emigrazioni diffusione (libro cartaceo c/o caARTEiv) 

 EBOOK  GENEALOGIA   BELLONE

 

6°- Le XV STAZIONI della Via CRUCIS 2014 quadri poesie   

      (quadri e poesie c/o Santuario del Deserto di Millesimo - SV)

 EBOOK   LE   XV   STAZIONI   DELLA   VIA   CRUCIS

 

7°- Er PAPIRO GAJARDO 2017 poesie romanesco grafica  

 EBOOK  ER   PAPIRO   GAJARDO

 

 8°- INCANTESIMI di MERAVIGLIE 2017 poesie quadri foto 

 EBOOK  INCANTESIMI   DI   MERAVIGLIE

 

9°- La BANDA dei PAPPAGALLI 2017 fiaba quadri foto sculture 

 EBOOK  LA   BANDA   DEI   PAPPAGALLI 

 

10°-ARTE SACRA 2017 poesie pitture ceramica    

 EBOOK  ARTE SACRA 

 

11°-Alla SOGLIA del MEZZO SECOLO 2017 racconti poesie foto

 EBOOK  ALLA   SOGLIA   DEL  MEZZO   SECOLO

 

12°-Val BORMIDA in VERSI COLORATI 2017 pitture poesie foto

 VAL BORMIDA   IN   VERSI   COLORATI

 

13°-Un GRANDE AMORE con le ALI

        2017 romanzo storico cap. Vittorio Centurione Scotto

        e i marchesi al Castello di Millesimo (SV)

 EBOOK  UN   GRANDE   AMORE   CON   LE   ALI

 

 

 

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